La plastica è un materiale durevole e versatile utilizzato in molti settori, in particolare per l’imballaggio e gli oggetti di uso quotidiano. Tuttavia, oggi l’inquinamento ambientale da plastica è un fenomeno di portata globale e una gestione ottimale del fine vita dei materiali plastici è diventato fondamentale per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità ambientale e sociale.
La strada verso un uso sempre più virtuoso dei materiali plastici, trasformati da rifiuto a risorsa riutilizzabile per la produzione di nuovi prodotti, è stata intrapresa sin dagli anni Novanta, quando furono condotti i primi studi specifici in questo ambito.
In anni recenti, grazie all’introduzione di sistemi di raccolta differenziata più efficienti e allo sviluppo di nuove tecnologie, la percentuale di raccolta e riciclo dei rifiuti plastici è aumentata significativamente: secondo i dati diffusi da Corepla nei suoi Rapporti di Sostenibilità, gli imballaggi in plastica avviati al riciclo (la maggior parte proveniente dalla raccolta differenziata urbana) stanno vedendo incrementi di circa il 10% anno su anno.
1. Le diverse fasi del processo di riciclaggio della plastica
Il percorso di riutilizzo dei materiali plastici è complesso e articolato e consiste in diversi passaggi che vanno dalla produzione alla raccolta fino al riutilizzo per la creazione di nuovi prodotti e oggetti.
Il processo di riciclo della plastica inizia con l’identificare il tipo di plastica da riciclare e la successiva separazione delle plastiche per dimensione e tipologia. Ogni tipo di materiale plastico, infatti, si distingue per caratteristiche particolari e una composizione specifica: una corretta selezione e separazione delle plastiche è quindi prerequisito essenziale per garantire il recupero di materiale riutilizzabile.
2. I differenti tipi di plastica
I diversi tipi di plastiche sono riconoscibili grazie al logo di riciclo: un triangolo con un numero da 1 a 7 al suo interno, che distingue ciascun tipo di plastica.
1 – PET: Le plastiche appartenenti al gruppo numero 1 sono realizzate in polietilene tereftalato o PET. Questo tipo di plastica è ampiamente utilizzato per il confezionamento di alimenti e bevande grazie alla sua forte capacità di prevenire l’ossidazione e la contaminazione del prodotto. È facilmente riciclabile attraverso la maggior parte dei programmi di raccolta differenziata ed è la plastica più riciclata al mondo.
2 – HDPE: Il polietilene ad alta densità è una resina incredibilmente resistente utilizzata per sacchetti della spesa, contenitori per il latte, bidoni della raccolta differenziata, tubi agricoli, ma anche attrezzature per parchi giochi, tappi e bottiglie di shampoo. È uno dei polimeri plastici più facili da riciclare.
3 – PVC: Il cloruro di polivinile è il terzo polimero sintetico plastico più prodotto al mondo. Viene utilizzato principalmente nel settore delle costruzioni per la produzione di profili per porte e finestre e tubi. Tuttavia, è ancora difficile da riciclare.
4 – LDPE: A differenza dell’HDPE, il polietilene a bassa densità è caratterizzato da molecole che conferiscono a questa resina un design più sottile e flessibile. Ha la struttura più semplice di tutte le plastiche, il che l’ha resa nel tempo facile ed economica da produrre. Viene utilizzato in sacchetti di plastica, contenitori vari, bottiglie per la distribuzione e, soprattutto, per gli involucri di plastica.
5 – PP: Il polipropilene è il secondo polimero plastico di consumo più prodotto e il suo mercato è previsto in crescita nei prossimi anni. È resistente al calore e agli urti ed è utilizzato in contenitori di plastica, componenti per automobili, indumenti termici e anche pannolini usa e getta.
6 – PS: Il polistirene può essere solido o espanso e viene utilizzato per la produzione di tazze per bevande, materiali isolanti, materiali di imballaggio e stoviglie usa e getta. È considerato uno dei peggiori tipi di plastica per l’ambiente, poiché è altamente infiammabile e pericoloso per gli animali marini che possono ingerirlo.
7 – Altre plastiche: Se una plastica non può essere identificata nei sei tipi sopra menzionati, viene inclusa nel gruppo numero 7. I policarbonati sono tra le plastiche più conosciute di questo gruppo e vengono utilizzati per prodotti resistenti e durevoli, come lenti per occhiali da sole e CD. Tuttavia, sono controversi a causa del rilascio di bisfenolo A (BPA), un composto potenzialmente pericoloso per l’ambiente.
3. Quali plastiche possono essere riciclate?
Solo alcuni tipi di plastica sono al momento ampiamente raccolti e riciclati.
Attualmente le plastiche più comunemente riciclate sono:
- Polietilene tereftalato (PET): bottiglie d’acqua e vassoi di plastica.
- Polietilene ad alta densità (HDPE): cartoni del latte e bottiglie di shampoo.
- Polipropilene (PP): vasetti di margarina e vassoi per pasti pronti.
Le plastiche parzialmente riciclabili (in strutture altamente specializzate) includono invece:
- Cloruro di polivinile (PVC): tubature.
- Polietilene a bassa densità (LDPE): sacchetti per alimenti.
- Polistirene (PS): posate di plastica.
Le plastiche estremamente difficili da riciclare includono pacchetti di patatine, sacchetti per insalata, pellicole di plastica e altro.
4. Quali plastiche non possono essere riciclate?
Ancora oggi quindi molte plastiche non vengono riciclate: esistono infatti molte ragioni tecniche, economiche, ambientali e di salute per cui una plastica non può al momento essere riciclata.
Come abbiamo già visto, queste plastiche ricadono per lo più nella categoria 7 e vengono generalmente inviate agli inceneritori per lo smaltimento o agli impianti di recupero energetico, strutture speciali che permettono di bruciare i rifiuti plastici generando elettricità e carburanti alternativi utilizzabili in vari settori industriali o civili.
5. Il processo di riciclaggio della plastica: dalla raccolta alla selezione e ai centri di riciclaggio
Un processo di riciclo della plastica segue normalmente queste fasi:
Smistamento: una volta raccolte tramite la raccolta differenziata, le plastiche vengono inviate agli impianti specializzati, che si occupano del riciclo vero e proprio. La seconda fase del processo di riciclo è quindi lo smistamento dei rifiuti plastici, che viene in gran parte eseguito da macchinari speciali. I rifiuti vengono smistati in base alla loro dimensione e composizione utilizzando scanner infrarossi o altre tecnologie avanzate.
Macinazione: questa è una fase cruciale nella trasformazione dei rifiuti plastici in nuova materia prima. I rifiuti divisi e smistati vengono inviati agli impianti di lavorazione per essere ulteriormente suddivisi in base al tipo di prodotto (es. sacchetti, tappi, bottiglie o contenitori). Questa divisione è molto importante per un riciclo corretto.
Lavaggio: in questa fase la plastica viene lavata e pulita per rimuovere eventuali residui di sporco o altre sostanze che potrebbero ostacolare il riciclo.
Triturazione finale: una volta puliti, i rifiuti plastici vengono triturati per ottenere scaglie di plastica (chiamate ‘flakes’), che vengono poi suddivise per colore da macchine speciali e poi riscaldate, raffreddate e triturate nuovamente. Questo produce pellet, piccoli granuli di materiale plastico che possono essere utilizzati per produrre nuova materia prima.
6. Riciclare la plastica nell’ottica di un’economia circolare
Il modello di economia circolare si riferisce a un modello di produzione e consumo che mira a estendere il ciclo di vita dei prodotti con l’obiettivo di minimizzare la generazione di nuovi rifiuti. Secondo il modello di economia circolare, una volta raggiunto il fine vita, i materiali plastici utilizzati nella produzione di imballaggi o oggetti di uso quotidiano devono essere reintrodotti nel ciclo produttivo, se possibile, generando valore aggiunto.
Riciclare la plastica nell’ottica di un’economia circolare significa allora prima di tutto che siano disponibili delle tecnologie in grado di gestire tutte le fasi – dalla raccolta alla triturazione dei pellet – nell’ottica di avere il minor residuo finale rispetto al prodotto di partenza.
In questa prospettiva, la Commissione Europea ha recentemente adottato nuove regole per consentire l’uso della plastica riciclata anche negli imballaggi alimentari, noti come Food Contact Materials (FCMs) o MOCA (materiali a contatto con gli alimenti).
Tutti i materiali e gli oggetti che in condizioni di impiego normali o prevedibili andranno a contatto con l’alimento, devono essere fabbricati in maniera tale da non costituire un pericolo per la salute umana, non comportare una modifica inaccettabile della composizione dei prodotti alimentari, non comportare un deterioramento delle loro caratteristiche organolettiche, né comportare l’eventuale passaggio di sostanze dal materiale all’alimento.
Le regole del nuovo regolamento aiuteranno l’industria del riciclo e quella del packaging a creare nuovo valore, ridurre l’uso di materie prime, risparmiare energia e limitare sempre più il livello di pressione ambientale e sociale dato dai rifiuti plastici.
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