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Il settore del packaging: da Industria 4.0 a Transizione 5.0

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Il settore del packaging: da Industria 4.0 a Transizione 5.0

Definita dalla Commissione Europea come il “completamento dell’Industria 4.0”, l’Industria 5.0 rappresenta una rivoluzione culturale basata su umanocentrismo, resilienza e sostenibilità: una visione che mette al centro le persone e il loro benessere, mira a rendere le imprese più adattabili e resilienti di fronte ai cambiamenti e alle crisi, e promuove la tutela dell’ambiente riducendo le emissioni di CO₂. 

L’Industria 5.0 sarà una Collaborative Industry, un modello d’impresa caratterizzato dalla cooperazione tra esseri umani e macchine con l’obiettivo di creare un valore aggiunto nella produzione. Questo approccio consentirà di realizzare prodotti personalizzati che soddisfino le esigenze dei consumatori. Per le imprese italiane, comprese quelle della filiera del packaging, questo paradigma rappresenta non solo un’opportunità per innovare processi e prodotti, ma anche una sfida significativa che richiede investimenti rilevanti, competenze adeguate e una visione strategica.

1. Cos’è l’Industria 4.0?

L’Industria 4.0 rappresenta la quarta rivoluzione industriale, caratterizzata dall’introduzione di tecnologie avanzate come l’Internet delle Cose (IoT), l’intelligenza artificiale (AI), la robotica avanzata, il cloud computing e i big data. Queste tecnologie permettono di creare fabbriche intelligenti in cui macchine, sistemi e persone sono interconnessi, consentendo una produzione altamente automatizzata e ottimizzata.

I processi produttivi sono completamente interconnessi e controllati grazie a tecnologie digitali, sensori a basso costo e connessioni wireless, integrati con i software di gestione aziendale.

2. Industria 5.0: che cos’è e come si differenzia dalla quarta rivoluzione industriale

L’Industria 5.0 si basa sull’integrazione tra i principi della sostenibilità e innovazioni come l’AI, l’IoT e i big data, per modellare fabbriche intelligenti e resilienti. L’obiettivo principale è conciliare la creatività umana con le opportunità offerte dalle nuove tecnologie, ridefinendo il percorso delle imprese che vogliono combinare sostenibilità e automazione industriale.

In Italia, il modello dell’Industria 5.0 è supportato da misure come quelle incluse nel Piano Transizione 5.0, che si fonda su tre principi guida:

  • Centralità del capitale umano: la tecnologia viene utilizzata come strumento per adattare i processi produttivi alle esigenze delle persone, evitando che siano i lavoratori ad adattarsi alle nuove tecnologie.
  • Sostenibilità ambientale: i processi di economia circolare migliorano l’utilizzo delle risorse, riducendo sprechi, impatto ambientale ed emissioni di CO₂.
  • Resilienza: la produzione industriale deve essere in grado di adattarsi alle crisi economiche cicliche grazie a processi flessibili capaci di resistere ai cambiamenti.

L’essenza dell’Industria 5.0 risiede nell’umanizzazione della tecnologia, progettando processi e sistemi che non solo siano efficienti, ma migliorino anche la qualità della vita dei lavoratori e della società nel suo insieme.

3. La Transizione 5.0 per il settore del packaging

Il Piano Transizione 5.0 rappresenta un elemento fondamentale per rilanciare gli investimenti in macchinari e impianti sul territorio italiano. Per usufruire delle agevolazioni, i beni devono essere conformi agli standard 4.0, ma anche garantire un risparmio energetico minimo del 5% rispetto alla situazione precedente.

Un aspetto cruciale è l’interpretazione del concetto di “processo interessato dall’investimento”. Un’interpretazione restrittiva, che limita il perimetro di analisi al bene sostituito o direttamente influenzato dall’investimento, semplificherebbe il calcolo del risparmio energetico, fornendo una chiara base di confronto tra la situazione precedente e quella successiva.

In questo contesto, Ucima (Associazione dei costruttori italiani di macchine per il confezionamento) sta dialogando con il Ministero per sostenere questa interpretazione restrittiva. Inoltre, Ucima propone di suddividere il processo di confezionamento in diverse categorie per semplificarne la valutazione, tra cui:

  1. Macchine per il confezionamento primario
  2. Macchine per il confezionamento secondario
  3. Macchine per il confezionamento terziario (imballaggi da trasporto e fine linea)
  4. Etichettatura, codifica e marcatura dei prodotti
  5. Sistemi di ispezione e controllo qualità
  6. Sistemi di alimentazione, movimentazione e logistica interna
  7. Macchinari per lavaggio e sterilizzazione
  8. Sistemi per l’assemblaggio dei prodotti

A differenza del Piano 4.0, che si basava su sette requisiti tecnici standard, la Transizione 5.0 si fonda sulla valutazione del risparmio energetico minimo del 5%. Questo implica una maggiore dipendenza dalla situazione di partenza presso lo stabilimento del cliente.

4. Le opportunità della Transizione 5.0 per la filiera del packaging

Il Piano Transizione 5.0 offre una doppia opportunità: migliorare l’efficienza produttiva grazie alle tecnologie di ultima generazione e accedere a significative agevolazioni fiscali.

I nuovi sistemi di packaging non solo riducono il consumo energetico, ma ottimizzano anche l’uso dei materiali, diminuendo gli sprechi e abbattendo i costi operativi. Ogni euro investito in macchinari per il confezionamento si traduce in un passo avanti verso la sostenibilità e in un vantaggio competitivo che rende le imprese più agili e pronte per le sfide future.

5. Le risorse disponibili per la Transizione 5.0

Per il biennio 2024-2025, sono stati stanziati 6,3 miliardi di euro, suddivisi come segue:

  • 3,78 miliardi per investimenti di efficientamento energetico
  • 1,89 miliardi per agevolare l’autoconsumo e l’autoproduzione di energia rinnovabile
  • 630 milioni per la formazione del personale

Requisiti per le agevolazioni

Gli investimenti devono garantire:

  • Un 3% di riduzione del consumo energetico per unità produttiva o
  • Un 5% di miglioramento dell’efficienza dei processi interessati dall’investimento.

Il credito d’imposta consente di recuperare fino al 35% dei costi complessivi e può essere utilizzato per beni materiali e progetti di digitalizzazione o sostenibilità ambientale. Il credito sale al 40% qualora la riduzione dei consumi energetici della struttura produttiva sia superiore al 6%, o superiore al 10% per i processi, e al 45% per le riduzioni superiori al 10 e al 15 per cento, rispettivamente in relazione al consumo della struttura produttiva e al processo

6. Conclusione

La Transizione 5.0 rappresenta molto più di un semplice aggiornamento tecnologico: è una trasformazione fondamentale nel modo in cui il settore del packaging pensa e sviluppa le proprie soluzioni. Grazie a un approccio umano-centrico, il settore può realizzare sistemi innovativi, sostenibili e in grado di soddisfare le esigenze dei clienti.

Con investimenti mirati in tecnologia e competenze, le aziende del packaging possono affrontare questa transizione con successo, costruendo un futuro più resiliente, efficiente e sostenibile.

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