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Macchine per il packaging: i dati di Ucima segnalano un fatturato da record

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Ucima ha reso noto i dati dell’Indagine Statistica Nazionale condotta con il Centro Studi Mecs, che ogni anno fotografa l’andamento del settore delle macchine per il packaging, segnalando un nuovo traguardo storico. I dati consuntivi di settore relativi al 2022 rilevano un fatturato da record di 8 miliardi e 537 milioni di euro, incrementando del 3,6% il risultato del 2021. Viene confermato il trend di crescita degli ultimi anni.

I settori clienti: prevale il comparto del food & beverage

La suddivisione dei settori clienti delle macchine per il packaging tra food & beverage e industrie non food è rispettivamente del 56,7% e del 43,3%. Nel 2022 il comparto del food è il primo settore cliente, che conquista il podio assorbendo il 31,9% del fatturato totale. Al secondo posto si colloca il comparto del beverage con il 24,8% del fatturato totale, con una crescita dell’ 8%. Il terzo gradino del podio spetta al settore clienti dell’industria non food tissue e “altro” con il 18,6% del fatturato complessivo, in rialzo del 6%. Seguono i settori clienti del pharma, del cosmetico, del chimico e dell’home care.

Fatturato per tipologia produttiva

L’analisi per fatturato, colloca al primo posto il settore delle macchine per il packaging primario con il 50,2% del fatturato totale. Con il 28,4% del fatturato complessivo, seguono insieme le apparecchiature di fine linea, del labelling e le attrezzature ausiliarie. Il settore delle macchine per il packaging secondario, assorbe il restante 21,4% del fatturato totale.

Il mercato interno e quello internazionale

Il mercato interno evidenzia una crescita significativa, con un incremento del 10,6% rispetto al 2021. Il giro d’affari tra le mura domestiche ha raggiunto il 23% del fatturato totale.

L’export assorbe il 77% del fatturato complessivo, con un incremento del 1,7% rispetto al 2021. L’Unione Europea si conferma il mercato estero principale con il 38,4% dell’intero export e 2,52 miliardi di euro di fatturato. Segue il mercato asiatico con un giro d’affari di 1,23 miliardi di euro, il Nord America con 1,14 miliardi di euro, l’Europa Extra-UE con 650 milioni di euro, il Sud America con 456 milioni di euro, l’Africa e l’Oceania con 565 milioni di euro.

La struttura produttiva e occupazionale

Geograficamente i produttori italiani di macchine per il packaging, si concentrano principalmente lungo l’asse della Via Emilia, la cosiddetta “Packaging Valley”, con distretti produttivi anche in Lombardia, Piemonte, Veneto e Toscana. Il settore è composto da 616 aziende che occupano 37.753 addetti. Nel 2022 l’intero comparto ha assunto 1402 lavoratori, con una crescita del 3,9% rispetto al 2021.

L’analisi del comparto per classe di fatturato

L’analisi evidenzia che le aziende del comparto con un fatturato superiore ai 25 milioni di euro sono solo il 9% del totale, pur rappresentando la quota più significativa (72,8%) del volume complessivo. Le realtà aziendali di piccole dimensioni, fino a 5 milioni di euro di fatturato, pur rappresentando il 64,1% del totale, contribuiscono al fatturato di settore soltanto per il 7,6%.

Le aspettative per il 2023

Per il 2023, i dati analizzati da Ucima con il Centro Studi Mecs, rilevano aspettative di ulteriore crescita da parte del 47% delle aziende del settore intervistate; il 41,7% prevede una stabilità, mentre il 10,3% teme un calo.

Le conclusioni del Presidente di Ucima

“Se ci si guarda indietro, abbiamo davvero fatto qualcosa di straordinario”, dichiara il Presidente di Ucima Riccardo Cavanna. “Il 2022 ha vissuto di alti e bassi e di forti tensioni internazionali, dalla supply chain all’incremento dei costi al conflitto in Ucraina, ma siamo ugualmente riusciti a crescere sfondando per la prima volta il tetto degli 8 miliardi e mezzo. È segno di una indubbia posizione di riferimento che i mercati esteri ci continuano ad accreditare ed è l’ennesima prova dell’ottima capacità di reazione delle nostre aziende, che per inventiva e ingegno in situazioni di stress non sono seconde a nessuno. Questo consuntivo è un risultato di cui andiamo orgogliosi e che speriamo di mantenere in questo 2023, ma non sarà affatto facile. Per la seconda parte dell’anno, infatti, gli indicatori a nostra disposizione delineano un rallentamento della domanda globale.”

“Ciò che desta preoccupazione per il futuro prossimo”, conclude Cavanna, “deriva da alcuni freni agli investimenti: il nuovo regolamento europeo degli imballaggi (che non ci convince) e il suo iter di approvazione, l’aumento dei tassi di interesse, l’incertezza che ancora insiste in alcune aree del mondo e la mancanza di nuove politiche di 4.0. Sono tutte minacce alla nostra posizione di leadership, minacce che non potremo disinnescare da soli”.

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